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ESSERE UNO SHOWRUNNER (PARTE QUINTA)

Di che cosa si parla in questa parte : lo spec script.

Oggi lo showrunner ha dei compiti sempre più interessanti e delle sfide da affrontare che il semplice produttore esecutivo non aveva.

Intanto, lo showrunner non è il produttore esecutivo né il semplice creatore di idee, ma è una figura che ha esperienza in tutti i settori del cinema.

Un produttore esecutivo è più una figura onorifica, un marchio, un brand. Certo, si può occupare della parte creativa ed organizzativa, ma, come figura televisiva, è colui che dà lustro alla serie televisiva.

Lo showrunner, per ribadirlo, è davvero colui che rappresenta la serie: s’identifica con essa, una fusione inscindibile.

Preparare una spec script con la sua writer`s room è molto importante. Questo, insieme al pitch (vedi “Essere uno showrunner – parte quarta nel presente blog), alla Bibbia e al trailer e/o teaser sono documenti fondamentali per creare il cosiddetto buzz, il rumore e l’interesse suscitati nei media di un prodotto audiovisivo.

La spec script  è stato definito: “un tipo di sceneggiatura, scritto su base speculativa, senza alcuna garanzia di profitto, nella speranza di venderlo a uno studio o produttore”. Corretto, certo, ma, uno scopo di una spec script, nota anche come sceneggiatura di vendita, è mostrare il talento di uno sceneggiatore nel raccontare una storia attraverso l’azione e il dialogo. Inoltre, è sempre di più utilizzata da sceneggiatori sconosciuti che cercano di dimostrare la loro capacità narrativa e farsi un nome nell’industria cinematografica. Quindi, dal punto di vista dello showrunner, la spec script potrebbe essere utilizzata come test d’ingresso per un nuovo sceneggiatore da inserire, eventualmente, nella propria writer`s room (in seguito spiegheremo di che cosa si tratta).

Premessa: se lo sceneggiatore di una spec avesse un agente, l’agente identificherà un numero di potenziali acquirenti che possono variare da piccoli produttori indipendenti a dirigenti che lavorano nei principali studi e tenterà di creare “calore” (heat) in questa sceneggiatura che potrà essere inviata contemporaneamente a tutti i potenziali acquirenti nella speranza di attirare una “guerra di offerte”. Se tale sceneggiatura venisse venduta, lo sceneggiatore potrebbe ricevere un pagamento compreso tra poche decine di migliaia di dollari e diversi milioni. La sceneggiatura può quindi essere ulteriormente sviluppata fino a quando non viene “illuminata in verde” (greenlit), ovvero viene messa in produzione. In caso contrario, la sceneggiatura può essere soffocata e morire di morte naturale perché è “bruciata” nei database degli studi e dei dirigenti dello sviluppo seriale, contrassegnata come “trasmessa”. Vi è la possibilità, tuttavia, che pur non diventata greenlit, possa finire nella cosiddetta “The Black List” – un elenco delle dieci migliori spec script non prodotte. Se non ricevesse riscontro, ma la scrittura è buona, allo sceneggiatore può essere offerto un “compito di scrittura”, un “accordo di sviluppo” – in cui uno studio o un produttore chiede a uno sceneggiatore di scrivere un’altra sceneggiatura originale o di adattare un’idea o un libro in una sceneggiatura. Quindi: la spec script è davvero un banco di prova: come? Ecco una nuova definizione che aiuta a capire: occorre prendere in considerazione un episodio di una serie esistente scritta per mostrare le capacità di scrittura e procurarsi un lavoro, non destinato a essere effettivamente venduto o prodotto. Se lo stai scrivendo, è comunque utile far sentire la tua storia ad altri scrittori o sceneggiatori, se non, più semplicemente, per iniziare, ad amici. La cosa fondamentale è raccontare la storia ad alta voce. Quando lo farai, si sentiranno liberi di interrompere, chiedendo chiarimenti e offrendo miglioramenti. Se fosse, invece, sulla pagina, gli daranno il beneficio del dubbio. Tu non vuoi il beneficio del dubbio: vuoi una storia a prova di proiettile. Ecco come spiegarlo: mettiti davanti ad uno schermo, piccolo o grande che sia, guarda un episodio di qualsiasi serie televisiva con l’audio disattivato. Percepirai, in questo modo, il senso di quanto sia visivo lo spettacolo. Quindi, ascolta un episodio con l’immagine disattivata. Concentrati sulle voci. Idealmente, dovresti essere in grado di spuntare tutti i nomi dei personaggi in una sceneggiatura poiché il dialogo è così riconoscibile tanto che potrai dire chi sta dicendo quella frase. Se ascolti le voci dei personaggi senza la distrazione degli elementi visivi, avrai un’idea migliore di come si esprimono. Queste sono regole valide anche per scrivere una sceneggiatura, specie se vi si sommano i seguenti alarm da tenere sempre in tasca come tue arme vincenti:

  • Che cosa vogliono i tuoi personaggi o quelli di un romanzo che stai sceneggiando o del quale ti han chiamato a fare la spec script?
  • In che modo un personaggio si relazionerà ad un altro o altri, affinché possa rivelare la propria personalità?
  • Perché l’altro personaggio non vuole permetterglielo?
  • Come i personaggi si tireranno fuori le personalità da soli o interagendo?
  • Che cosa apporterà una scena sul totale della storia?

Altri attrezzi del mestiere occorrono per una buona sceneggiatura o per una spec script. Una cosa importante: sei in grado di impiegare a scriverla o a farne il pitch in due massimo quattro settimane una volta che ti venga richiesta? Se non sei in grado sei fuori dal mondo dello spettacolo televisivo: i tempi sono inderogabili, inattaccabili, business is always business. Inoltre, scrivi più che puoi: non stai solo sfruttando la tua arte, stai chiedendo a qualcuno di sborsare migliaia di dollari per girare ciò che scrivi! Praticamente, la porta d’ingresso del settore televisivo è la sceneggiatura specifica, la nostra spec script, un episodio campione per una serie TV, quasi sempre una serie TV di successo attuale. È uno “spec” perché è scritto “sulla speculazione”, cioè nessuno ti garantisce nulla per scriverlo. Quando scrivi una specifica, non la stai scrivendo per venderla allo spettacolo di cui essa è un campione, un esempio. Stai cercando di dimostrare di sapere come scrivere lo spettacolo di qualcun altro. Una cosa è creare il tuo show personale o scrivere una serie originale; ma sai guardare una serie, capirla, inventare un paio di storie perfette e scrivere una sceneggiatura che sembri un episodio perduto di una stagione di quello show? Non ti metteranno sotto contratto, hanno già il loro staff, non vogliono ulteriori episodi: CSI non vorrà la tua spec, ma, invece, una serie come era Law and Order non è escluso che la voglia, essendo una serie aperta e, ça va sans dire, CSI segue ogni minimo movimento di Law and Order. Quindi, portatene dietro due quando entrerai in una importante writer’s room, se ne avrai la fortuna: una spec che si focalizzi sui personaggi di quella serie e una basato sul procedurale, le cosiddette legal series. Anche se vorrai scrivere drammi legali, comunque, i dirigenti e gli showrunner vogliono leggere la sceneggiatura basata sui personaggi per vedere cosa puoi fare quando non ci sono cadaveri che guidano la storia. Maggiore è la differenza tra le due serie che stai “specciando”, più la tua gamma di possibilità sarà ampia. La loro domanda è: sareste capaci di scrivere qualsiasi cosa che ti potremmo commissionare? Il punto centrale di una spec script è dimostrare che sei in grado di fissare delle solide fondamenta di uno spettacolo; se non hanno visto lo spettacolo, non possono dire se le fondamenta sono solide.

Una buona spec presuppone che:

  • Tu abbia visto la serie intera;
  • Tu abbia visto almeno tre episodi di fila della serie per la quale scriverai la spec script e sia chiaro come gli episodi singoli spingano avanti la serie (spingere in avanti, in gergo televisivo, vuol dire che ogni episodio ha la peculiarità di trascinare lo spettatore dentro la serie, prendendolo per i capelli e coinvolgendolo nelle linee orizzontali – la vita del protagonista principale o dei protagonisti se si trattasse di serie corali come Friends – e nelle linee verticali – personaggi, cose, oggetti, storie e quanto altro che interagiscono con il o i protagonisti per metterlo in difficoltà o per incrociare la sua vita, nds);
  • Tu capisca la valenza di ogni singolo episodio nel contesto globale della serie;
  • Tu capisca la scelta delle aziende e delle televisioni, se commerciali, nel piazzare una pubblicità in un preciso e studiato momento;
  • Tu ti sia chiesto: che tono ha l’inizio? E l’episodio? E quest’ultimo rispetto alla serie generale?
  • Tu capisca che ne pensano i fan sui siti senza cadere nel tranello dei fuorvianti fanatici.

Infine, lo spec script che scriverai deve essere un perfetto, tipico episodio della serie esistente che stai scrivendo, salvo due eccezioni:

  1. Non inserire personaggi nuovi. Lavora con il core cast (cast di base della serie, nds). Non serve inserire Robert De Niro in “Breaking Bad”. Certo, un attore così famoso non guasta mai, ma perché? Lo conoscete? Viene gratis? È vostro parente? Mettere il cast di base in una situazione interessante rende una spec migliore, perché puoi spendere più sceneggiatura per mostrare quanto la scriverai bene, piuttosto che vedere un personaggio che nessuno ha mai immaginato prima e che apporterebbe modifiche e costi diverse oltre che shooting list (torneremo su questa parola, nda) da rifare.
  2. Visto che non andrai in televisione, gestisci materiale leggermente più tagliente rispetto alla serie – come il tema dell’omosessualità, della droga, dell’eutanasia, per citarne alcuni. L’importante è mantenere il tono della serie (torneremo su questo concetto). Il succo è: potrai inserire quegli argomenti che sarebbero stati naturali per l’evoluzione dello spettacolo, ma solo se i censori fossero stati in ferie proprio quelle settimane. Mettere un incesto in C. sarebbe corretto per voi? E metterlo in Arrested Development o in Breaking Bad? A voi la scelta, ma motivandola (mandatela su: gianlucavalentini@email.it: è un ottimo esercizio).

Alla fine che si fa? Fallo girare ai parenti, amici, colleghi, web, vicini e chiunque sia una fonte reale e critica. Poi, presentalo davvero. Bonne chance.

Di che cosa si parlerà nella sesta parte : teaser e trailer; la scrittura come centro focale di una serie tv: showrunner e writer’s room; il rapporto studio-showrunner e le “note”.

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